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La Centrale Montemartini, le collezioni dei Musei Capitolini a Roma, Italia


Il passaggio dall'elettricità all'arte

Statua in marmo di Antinoo, 130-138 d.C., al Museo Centrale Montemartini a Roma, Italia.
Statua Antinoo
La centrale Montemartini prende il nome dal professor Giovanni Montemartini, che nel 1909 era stato incaricato del progetto di costruzione di questa centrale elettrica.

Questa centrale doveva inizialmente essere una centrale elettrica a vapore, ma vide la luce come centrale elettrica alimentata a diesel, sebbene comunque abbinata a una turbina a vapore.

Era destinata, con l'aiuto della centrale idroelettrica di Castel Madama, ad illuminare metà delle strade e delle piazze di Roma.

Statua di una ragazza seduta, 280-270 a.C., al Museo Centrale Montemartini di Roma, Italia.
Ragazza seduta
Negli anni '30, questa centrale produceva 23.400 kilowatt.

Ma la modernizzazione di cui beneficiarono le nuove centrali elettriche che seguirono mise fine alla carriera di questa centrale ormai obsoleta e non automatizzata.

Aveva quindi costi di manutenzione troppo elevati e una redditività ormai inesistente per poter continuare a funzionare.

La Centrale Montemartini fu quindi chiusa e i suoi edifici furono chiusi.

Tra il 1989 e il 1990 furono intrapresi lavori di restauro per trasformare questo edificio industriale, con i suoi macchinari rimasti intatti, in un centro multimediale in grado di ospitare congressi, spettacoli e mostre.

Tutto questo in un ambiente di macchinari, che ricorda il film « I tempi moderni » di Charlie Chaplin o « Metropolis » di Fritz Lang.

Il passaggio dal moderno all'antico

Mosaico raffigurante una scena di caccia grossa del IV secolo al Museo Centrale Montemartini di Roma, Italia.
Scena di caccia grossa
Le collezioni dei musei Capitolini erano diventate troppo numerose per poter essere esposte tutte nei due palazzi-musei, quindi era necessario trovare un nuovo spazio complementare.

Fu così che si decise di trasferire una parte di queste collezioni antiche nella centrale Montemartini.

L'idea era quella di mescolare antico e moderno in un unico luogo: posizionare queste statue di marmo bianco in questo scenario metallico nero in grado di valorizzarle in modo particolarmente originale.

Statua di Agrippina al Museo Centrale Montemartini a Roma, Italia
Statua Agrippina

Museo Montemartini: sarcofagi, bassorilievi e mosaici

Al piano terra sono esposti sarcofagi e monumenti funerari del secolo a.C., tra cui il famoso « Togato Barberini ».

Alcuni mosaici risalenti anch'essi al secolo a.C. sono di impressionante qualità artistica, sia per quanto riguarda i colori che i disegni.

Raffigurano scene di vita quotidiana, cacce di animali selvatici, pesci e crostacei.

Montemartini: centinaia di statue e busti

Che si trovino nella sala macchine, tra le colonne o le caldaie, le sculture e i busti in marmo esposti sono particolarmente belli.

Statua della Musa Polimnia di Poliskos di Rodi, II secolo a.C., al Museo Centrale Montemartini di Roma, Italia.
Musa Polimnia
Tra questi, citiamo:

- Un frammento del busto di Antinoo, giovane schiavo di estrema bellezza, protetto dell'imperatore Adriano,
- La Venere Esquilina,
- Una statua di Ercole,
- Una splendida statua di una ragazza seduta.
Sempre nella sala delle caldaie si trova una commovente statua di musa.

Si pensa che rappresenti Polimnia, avvolta nella sua toga, persa nei suoi pensieri, con lo sguardo rivolto verso l'orizzonte e con in mano un rotolo di papiro, simbolo della sua arte.

Nella stessa sala si può anche ammirare un imponente mosaico policromo raffigurante una scena di caccia alle belve.

Si tratta di un mosaico di grandi dimensioni risalente al IV secolo e che misura 15 metri per 9!

Il treno di Papa Pio IX

Il treno di Papa Pio IX al Museo Centrale Montemartini a Roma, Italia
Treno di Papa Pio IX
Infine, anche se non si capisce bene perché sia qui, un'intera sala è dedicata al treno di Pio IX, e non a un treno qualsiasi!

I vagoni esposti ci mostrano infatti l'antenato della “Papamobile”.

Uno dei vagoni, denominato “loggia delle Benedizioni”, è infatti aperto con una balaustra dietro la quale il papa Pio IX poteva benedire la folla.

Un altro vagone è stato adibito a cappella, mentre un altro, come è giusto che sia, fungeva da “Sala del Trono” per le udienze.

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