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La Cappella Chigi: Raffaello, l'Abacuc e l'Angelo del Bernini e... gli «Angeli e Demoni» di Dan Brown nella chiesa di Santa Maria del Popolo

Il profeta Abacuc trascinato per i capelli dall'angelo di Gian Lorenzo Bernini, cappella Chigi nella chiesa di Santa Maria del Popolo a Roma
Abacuc e l'angelo
La Cappella Chigi è diventata quasi più famosa della Cappella Cerasi e delle sue tele di Caravaggio dopo la pubblicazione del libro di Dan Brown «Angeli e demoni» dove il suo eroe, il professor Robert Langdon, visita questa cappella con l'obiettivo di trovare degli indizi.

È nella cappella Chigi che si trova la scultura di Gian Lorenzo Bernini, intitolata Abacuc e l'angelo, o più precisamente «Il profeta Abacuc tirato per i capelli dall'angelo», una scultura che è uno dei quattro indizi per trovare il Tempio dell'Illuminazione dove si riuniscono gli Illuminati nel Castello Sant'Angelo.

Ma l'importanza di questa cappella è anche e soprattutto artistica.

Fu costruita per Agostino Chigi, ricco banchiere e probabilmente l'uomo più ricco di Roma dell'epoca, che era riuscito a ottenere da papa Giulio II l'autorizzazione ad avere la sua cappella personale a Roma.

Ottenuta l'autorizzazione, chiese a Raffaello di decorarla.

Il profeta Abacuc trascinato per i capelli dall'angelo di Gian Lorenzo Bernini, cappella Chigi nella chiesa di Santa Maria del Popolo a Roma
Abacuc e l'angelo
Raffaello iniziò il suo progetto per questa cappella nel 1513 e i mosaici della cupola furono completati nel 1516.

Raffaello si ispirò alla cupola del Pantheon per l'architettura e disegnò il progetto dei mosaici che la ricoprono e quello delle statue laterali di Giona ed Elia.

I mosaici e le due statue furono realizzati dai discepoli dell'artista sulla base dei suoi disegni.

I mosaici furono realizzati dal veneziano Luigi de Pace: rappresentano la creazione del cielo da parte di Dio, circondato dai segni zodiacali, dal sole e dai pianeti.

Una rappresentazione della volta celeste, dell'aldilà, dove vengono accolte le anime dei defunti, il tutto in conformità con la dottrina neoplatonica e le credenze astrologiche a cui Agostino Chigi aveva aderito.

La cupola della Cappella Chigi e i suoi mosaici, ideati e disegnati da Raffaello, chiesa di Santa Maria del Popolo a Roma, Italia
La cupola della Cappella Chigi
Tuttavia, la realizzazione finale di questa cappella avverrà solo un secolo dopo la morte di Raffaello, ad opera di Gian Lorenzo Bernini, che aggiungerà due statue.

La prima statua si trova a destra dell'altare e raffigura «Il profeta Abacuc tirato per i capelli dall'angelo» e di fronte ad essa, in diagonale, la seconda raffigura «Daniele e il leone».

Sopra l'altare si trova una bellissima «Nascita di Maria» realizzata da Sebastiano del Piombo, uno dei grandi artisti dell'epoca.

Papa Alessandro VI Borgia e Santa Maria del Popolo

All'epoca in cui Santa Maria del Popolo era sotto il patrocinio di Papa Alessandro VI Rodrigo Borgia, questi vi fece seppellire Vannozza Catanei, sua amante e madre di molti dei suoi figli.

La cupola della Cappella Chigi e i suoi mosaici, ideati e disegnati da Raffaello, chiesa di Santa Maria del Popolo a Roma, Italia
Raffaello, mosaici della Cappella Chigi
Uno di questi è il famoso Cesare Borgia, un capo conforme al modello del «Principe» di Machiavelli, un militare nell'animo al servizio del quale si era messo Leonardo da Vinci, in qualità di ingegnere militare.

L'altro figlio famoso che Vannozza Catanei ebbe da Alessandro VI Borgia è la bella e crudele Lucrezia Borgia, sospettata di intrighi sanguinari.

Un altro dei figli che Vannozza ebbe con papa Alessandro VI, Giovanni, duca di Gandia in Spagna, fu assassinato in modo misterioso, forse proprio dal fratello Cesare Borgia.

Fu sepolto anch'egli a Santa Maria del Popolo insieme alla madre.

Misteriosamente, la lapide di Vannozza Catanei fu strappata e oggi si trova inserita in una delle pareti del nartece della Basilica di San Marco a Roma, ben lontana da quella di Santa Maria del Popolo, ma in linea quasi diretta prendendo la via del Corso.

Non si sa nemmeno se le ossa dell'amante di Alessandro VI e di suo figlio Giovanni siano ancora qui.

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