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La Fortezza di Castel Sant'Angelo a Roma
Da mausoleo a prigione, fortezza, sala del tesoro e residenza papale

La Sala del Tesoro dell'Castello Nel corso dei secoli successivi alla sua costruzione, il mausoleo perse la sua funzione originaria e divenne prigione, fortezza, cassaforte e residenza papale.
Fu circondato da fortificazioni, innalzato e nel XIII secolo, per volontà di papa Niccolò III, fu collegato al Vaticano tramite un passaggio protetto e sopraelevato che è ancora visibile oggi: il “Passetto”.
Intorno al 1400, papa Bonifacio IX, con l'aiuto dell'architetto Niccolò Lamberti, unificò ancora di più il castello al Vaticano utilizzandolo per la conservazione degli archivi papali, ma anche come cassaforte per la protezione del tesoro del Vaticano.

Bastione San Marco dell'Castello Sant'Angelo Una sala del tesoro con la sua enorme cassaforte al centro della stanza, circondata da armadi in noce risalenti al XVI secolo, che potrete ammirare durante la vostra visita al castello.
Si capisce anche che da quel momento, nei decenni successivi alla decisione di trasferire il tesoro del Vaticano in questi luoghi, la protezione del castello fu ulteriormente rafforzata con l'aggiunta di torri di protezione angolari.
Gli inizi della Fortezza Sant'Angelo
Le ragioni che spiegano questo passaggio da mausoleo a fortezza sono strettamente legate alle minacce che gravavano sempre più su Roma.
Castello Sant'Angelo Fu così che nell'anno 403, Onorio decise di includere il mausoleo nella cintura fortificata che fece costruire intorno a Roma.
Il mausoleo divenne così una sorta di fortezza avanzata sul Tevere.
Fu anche a seguito di questi lavori di fortificazione che il mausoleo persero il nome di mausoleo di Adriano e fu ribattezzato castello.
Il suo nuovo ruolo si confermò rapidamente, in particolare durante l'attacco dei Visigoti di Alarico nel 410, seguito da quello dei Vandali di Genserico nel 455.
Per difendersi, gli assediati del castello Sant'Angelo non esitarono a lanciare sugli assalitori le statue che si trovavano in cima al mausoleo.

Bastione di San Marco Castello Sant'Angelo E come se non bastasse, staccarono anche le lastre di marmo che rivestivano l'intero edificio per usarle a loro volta come proiettili contro gli invasori.
Secoli dopo, una di queste statue, il Fauno Barberini, fu ritrovata nel Tevere ai piedi del castello.
Nel 1527, papa Clemente VII de' Medici si era rifugiato in Castel Sant'Angelo con più di mille persone, tra cui 13 cardinali e 18 vescovi.
Rimasero rinchiusi lì per sei mesi per resistere all'assalto delle truppe dei lanzichenecchi del re di Francia Carlo V.

Castello Sant'Angelo Lo scultore fiorentino Benvenuto Cellini faceva parte degli assediati e nelle sue memorie raccontò tutto il suo coraggio e l'importanza della sua presenza durante l'assedio.
Cellini dice di aver ucciso il connestabile di Borbone con un colpo sparato dalla sua stessa bombarda.
Non si sa con certezza se Benvenuto Cellini sia stato davvero l'autore del colpo fatale di bombarda, ma è vero che il suddetto conestabile morì durante l'assedio del castello.
Non si trattenne dall'aggiungere che mentre lui combatteva come un leone, Raffaello da Montelupo (lo scultore del quinto angelo del castello) era terrorizzato e se ne stava rannicchiato in un angolo.
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