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Il Colosseo visto da Dickens, Stendhal e Zola

Il Colosseo a Roma, Italia, l'anfiteatro Flavio
Il Colosseo a Roma
Il mondo intero è rimasto estasiato e continua ad esserlo davanti alla bellezza e alla grandezza del Colosseo.

Numerosi scrittori, tra cui Charles Dickens, Stendhal e Émile Zola, ci hanno lasciato le loro testimonianze, trasmettendoci le loro emozioni di fronte a questo colosso.

Il Colosseo visto da Dickens

Lo scrittore Charles Dickens rimase così impressionato dal Colosseo che lo visitava tutti i giorni durante il suo soggiorno a Roma, sia di giorno che di notte:

«Immaginate per un attimo questo monumento intatto con migliaia di volti entusiasti che fissano l'arena in un vortice di combattimenti, sangue e polvere.

Nessuna parola può descrivere un momento del genere.» […]

«Il Colosseo è la vista più impressionante, più imponente, più solenne, grandiosa, maestosa e malinconica
Charles Dickens – Pictures from Italy (1877)

Il Colosseo visto da Stendhal

Il Colosseo a Roma, Italia, l'anfiteatro Flavio
Il Colosseo a Roma
Prima di Dickens, anche Stendhal ne era completamente innamorato:

«Quante mattine felici ho trascorso al Colosseo, perso in qualche angolo di quelle immensi rovine!» […]

«Il Colosseo è sublime per noi, perché è una testimonianza vivente di quei Romani la cui storia ha occupato tutta la nostra infanzia.

L'anima trova dei parallelismi tra la grandezza delle loro imprese e quella di questo edificio.

Quale luogo sulla terra ha mai visto una moltitudine così grande e un tale sfarzo?

L'imperatore del mondo (e quell'uomo era Tito!) veniva accolto dalle grida di gioia di centomila spettatori; e ora che silenzio!» […]

Il Colosseo a Roma, Italia, l'anfiteatro Flavio
Il Colosseo a Roma
«Il Colosseo è la più bella delle rovine, lì si respira tutta la maestà dell'antica Roma.

I ricordi di Tito Livio riempivano la mia anima; vedevo apparire Fabius Maximus, Publicola, Menennius Agrippa.» […]

«Ho visto Saint Paul a Londra, la cattedrale di Strasburgo, il Duomo di Milano, Santa Giustina a Padova, ma non ho mai visto nulla di paragonabile al Colosseo.» […]

«Il mondo non ha mai visto nulla di così magnifico come questo monumento: la sua altezza totale è di centocinquantasette piedi e la sua circonferenza esterna è di milleseicentoquarantuno.

Il Colosseo a Roma, Italia, l'anfiteatro Flavio
Il Colosseo a Roma
L'arena dove combattevano i gladiatori era lunga duecentottantacinque piedi e larga centottantadue.

Durante la dedicazione del Colosseo da parte di Tito, il popolo romano ebbe il piacere di vedere morire cinquemila leoni, tigri e altre bestie feroci, e quasi tremila gladiatori. I giochi durarono cento giorni.

L'imperatore Vespasiano iniziò la costruzione di questo teatro al suo ritorno dalla Giudea; vi impiegò dodicimila ebrei, prigionieri di guerra, ma non riuscì a completarlo; questa gloria fu riservata a Tito, suo figlio, che lo inaugurò nell'anno 80 d.C.

Quattrocentosessantasei anni dopo, ovvero nell'anno 526 della nostra era, i barbari di Totila ne distrussero diverse parti per impossessarsi dei chiodi di bronzo che tenevano unite le pietre.»
Stendhal - La vita di Henri Brulard (Autobiografia) (1835-1836)

Il Colosseo visto da Émile Zola

Émile Zola era entusiasta del Colosseo quanto Stendhal e Dickens:

Il Colosseo a Roma, Italia, l'anfiteatro Flavio
Il Colosseo a Roma
«E vedeva la grande mole del Colosseo, oltre l'arco di Tito e l'arco di Costantino.

Ah! Questo colosso che i secoli hanno intaccato solo per metà, come con un immenso colpo di falce, rimane, nella sua enormità, nella sua maestosità, come un merletto di pietra, con quelle centinaia di finestre vuote, spalancate sul blu del cielo!

È un mondo di vestiboli, scale, pianerottoli, corridoi, un mondo in cui ci si perde, in mezzo a una solitudine e a un silenzio di morte; e, all'interno, le gradinate erose, consumate dall'aria, sembrano i gradini informi di qualche antico cratere spento, una sorta di circo naturale, scolpito dalla forza degli elementi, nella roccia indestruttibile.

Il Colosseo a Roma, Italia, l'anfiteatro Flavio
Il Colosseo a Roma
Solo i grandi soli di milleottocento anni hanno cotto e bruciato questa rovina, che è tornata allo stato naturale, nuda e dorata come un versante di montagna, da quando è stata spogliata della vegetazione, di tutta la flora che la rendeva un angolo di foresta vergine.

E ora, che evocazione, quando, su questo scheletro morto, l'immaginazione rimette carne, sangue e vita, riempie il circo dei novantamila spettatori che poteva contenere, svolge i giochi e i combattimenti dell'arena, vi ammassa una civiltà, dall'imperatore e dalla sua corte alla folla della plebe, nel fermento e nello splendore di un intero popolo infiammato dalla passione, sotto il riflesso rosso del gigantesco velum di porpora.»

Émile Zola – Le Tre Città: Roma

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