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Leonardo da Vinci «San Girolamo» ai Musei Vaticani a Roma
Leonardo da Vinci «San Girolamo»
Olio e tempera su legno di noce (102,8 x 73,5 cm) 1480-1482La tecnica di Leonardo da Vinci rivelata nel suo «San Girolamo»

L. da Vinci, San Girolamo Questo quadro incompiuto di Leonardo da Vinci è quindi ricco di informazioni sulla tecnica che utilizzava.
Innanzitutto si nota che non c'è alcun cartone preparatorio e che egli aveva disegnato direttamente il suo San Girolamo prima di iniziare a dipingerlo.
Un elemento che conferma il metodo fiorentino, che dava priorità al disegno nella pittura.
Si nota anche che il colore è stato sfumato da Leonardo da Vinci in molti punti con il palmo della mano, al fine di ottenere il famoso effetto dello “sfumato” che si ritrova nei suoi dipinti.
Il «san Girolamo» è quindi un buon esempio della pittura a dito e a mano di Leonardo da Vinci.
La tecnica utilizzata dall'artista è simile a quella di Van Eyck per la sua Santa Barbara:
«Aumentando delicatamente sia l'ombra che il colore, senza impastare.
Il bianco dell'intonaco funge da schermo ; lo strato pittorico è sempre molto trasparente, il medium a olio funge da vernice e i colori hanno la profondità della lacca.»
Serge Bramly «Leonardo da Vinci» Edizioni J.C. Lattès
Chi era San Girolamo, famoso autore della Vulgata, e cosa rappresenta?
San Girolamo (343-420) è uno dei quattro grandi dottori della Chiesa romana.
L. da Vinci, San Girolamo Nato in Veneto, a Stridone, fu battezzato all'età di 19 anni e ordinato sacerdote a 29 anni.
Girolamo si recò in Terra Santa per condurre una vita da anacoreta come San Paolo di Tebe, di cui scrisse la «Vita».
Tornato a Roma, fu segretario di Papa Damaso I per tre anni; poi ripartì per Betlemme per fondare una comunità di eremiti, ma anche per tradurre la Bibbia in latino.
Un lavoro enorme e perfettamente riuscito, poiché la sua traduzione, chiamata «Vulgata», fu proclamata versione ufficiale della Bibbia cattolica nel XVI secolo.
Della sua vita da eremita nel deserto, diceva di aver sentito le trombe del Giudizio Universale, ma di essere anche ossessionato dal pensiero delle ragazze che aveva conosciuto a Roma.
San Girolamo descriveva così la sua ascesi nel deserto:
«Sebbene avessi come compagni solo scorpioni e bestie selvagge, spesso mi ritrovavo con la mente in assemblea di fanciulle, e nel mio corpo freddo, nella mia carne già morta, il fuoco della dissolutezza mi infiammava ancora».
E:
«Ricordo che i giorni e le notti erano un tutt'uno e che non smettevo di battermi il petto solo quando il Signore mi aveva ridato la pace».
San Girolamo

L. da Vinci, San Girolamo Egli lottò contro la tentazione imponendosi un'ascesi estrema, motivo per cui è stato spesso raffigurato seminudo, mentre si batteva il petto con una pietra.
È spesso raffigurato accompagnato da un leone, come nel dipinto di Leonardo da Vinci.
Una presenza che, in origine, corrispondeva alla storia di San Gerasmo e che fu poi attribuita a San Girolamo a seguito di un errore di omofonia.
Secondo la leggenda di San Gerasimo, diventata poi quella di San Girolamo mentre si trovava nel deserto, un leone si sarebbe avvicinato a lui zoppicando a causa di una spina conficcata nel cuscinetto di una delle sue zampe.
San Girolamo lo avrebbe quindi liberato e il leone, riconoscente, non lo avrebbe più lasciato.
Il «santo Girolamo» di Leonardo da Vinci
Leonardo da Vinci ha scelto di mostrarci un santo Girolamo in preda alla sofferenza.
L. da Vinci, San Girolamo È in ginocchio, mezzo nudo, emaciato, stringe una pietra nella mano destra, pronto a colpirsi, mentre il suo viso è rivolto verso il cielo, gli occhi quasi rivolti all'indietro.
L'intensità della sua sofferenza si legge nei lineamenti del suo viso estremamente scavato, quasi privo di carne, al limite del possibile dell'ascetismo.
Gli studi anatomici condotti da Leonardo da Vinci sono qui evidenti: nessun errore nella rappresentazione dei diversi muscoli, tendini, ecc., fino alle sue costole sporgenti.
L'intensità della sofferenza del santo è di un realismo impressionante.
L'uso dei marroni e dei bianchi intensifica l'effetto di emaciazione: guance scavate, occhi infossati, sentiamo San Girolamo all'estremo delle forze che riesce ancora a malapena a battersi il petto con la pietra che stringe nel pugno.

L. da Vinci, San Girolamo Si nota una zona più scura sul petto del santo, con cui Leonardo da Vinci suggerisce il punto ferito dove san Girolamo si colpisce con la pietra.
Per amplificare il suo grado di penitenza, Leonardo da Vinci ha anche raffigurato San Girolamo in un deserto roccioso, arido, una metafora del corpo emaciato dello stesso santo.
Il realismo del leone di «San Girolamo»
Il leone di Leonardo da Vinci è senza dubbio uno dei più realistici che si possano trovare nella pittura dell'epoca, si può addirittura dire che sia perfetto.Questo grazie ai Medici che possedevano uno zoo popolato da numerose specie animali africane, tra cui una giraffa.

L. da Vinci, San Girolamo Leonardo da Vinci ebbe così il privilegio di vedere un leone vivo e di trarne ispirazione per il suo dipinto.
Un leone ruggente che con la sua fauci aperte fa eco al grido di angoscia che vediamo uscire dalla bocca di San Girolamo.
L'animale guarda il santo che a sua volta guarda lo schizzo di Gesù crocifisso.
Si nota anche il disegno di una chiesa.
Alcuni vi hanno visto la facciata della chiesa Santa Maria Novella a Firenze.
Non si può che ammirare il genio di Leonardo da Vinci in questo dipinto pieno di potenza ed emozione che, sebbene incompiuto nella maggior parte delle sue parti, traduce perfettamente il tormento di San Girolamo.
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